La
psicoterapia ai tempi della crisi
ANTONIO
BUFANO Psicoterapeuta
“In un certo senso, ogni terapia che ha
successo si conclude con un fallimento.
Non si raggiunge la propria immagine di
perfezione.
Il paziente si rende conto che avrà sempre dei
difetti.
Sa, tuttavia, che la sua crescita non è
terminata
e che il processo creativo iniziato in terapia
è adesso sotto la sua personale responsabilità.
Non termina la terapia camminando su una
nuvoletta.
Chi lo fa è destinato alla ricaduta.
Chi invece rimane con i piedi per terra,
ha imparato ad apprezzare la realtà
e ha sviluppato un atteggiamento creativo verso
i problemi che incontrerà,
ha sperimentato la gioia, ma anche il dolore.
Se ne va con un senso di auto-realizzazione
che comprende il rispetto per la saggezza del
suo corpo,
ha riguadagnato il suo potenziale creativo”
Alexander
Lowen, Il piacere. Un
approccio creativo alla vita, 1970
C’è una indubbia necessità
di beni primari come il pane per vivere, ma esistono altri
bisogni che rimandano prepotentemente al sé e che spesso
languiscono inascoltati e rischiano di non trovare una
adeguata risposta come quella più centrale di godere a pieno
della salute psicofisica. Esiste la necessità di mantenere
una lucidità mentale proprio laddove si perde serenità,
prospettiva, valore personale, gioia di vivere, controllo.
Se anche nei luoghi più
rassicuranti del mondo occidentale le persone sembravano aver
appreso la lezione della precarietà, oggi questa precarietà
appare più che mai insopportabile. Se è impossibile vivere
in assenza di incertezza, la crisi economica può svelare la
sua faccia più nera allorquando penetra la mente umana e
genera fantasie persecutorie e catastrofiche in grado di
sgretolare ogni speranza per il futuro.
Sappiamo di vivere in un
contesto sociale dove agisce diffusamente il contagio emotivo
di vissuti come la paura. Ma sappiamo anche che allorquando
sta precipitando una mongolfiera, proprio nel cuore
dell’emergenza, occorre capire bene cosa fa zavorra,
di cosa si può fare a meno e ciò che serve davvero. E così
ogni famiglia può ritrovarsi a rivedere priorità e consumi,
a dosare puntualmente le spese.
Se vivere una condizione
psicopatologica è già condizione limitante possiamo
immaginare che vivere una crisi economica è ancora una volta
invalidazione. Ogni forma psicoterapeutica non fa di per sé
la felicità, ma impedisce la precipitazione umorale verso la
depressione più nera.
Possono esistere e sussistere
tante terapie quante possono essere le possibilità di
incontro tra un paziente e un terapeuta, tra la necessità di
aiuto, la volontà di formulare una richiesta e un
professionista che non lasci spazio all’improvvisazione o
all’autoprescrizione.
Da tempo sono impegnato nella
ricerca di un approccio attivizzante, non interpretativo e
forme terapeutiche che impegnino largamente la mente creativa
delle persone, che espandino le loro energie migliori nella
cura di sé attraverso la mediazione di oggetti della cultura
moderna come il cinema, la musica, la fotografia e la pittura.
Credo nella necessità di far
evolvere la terapia breve come offerta eticamente rilevante
per ogni portatore di una sofferenza psichica per il suo
contenuto costo economico e come prospettiva di crescita
proponibile ed efficace per tutti in grado di far evolvere le
persone, le coppie e i sistemi familiari verso livelli di
funzionamento più performanti in tempi ragionevoli.
Al di là del pur apprezzabile
trattamento individuale, per me uno dei formati evolutivi più
ricchi è il gruppo come luogo di crescita inevitabile. E’
proprio qui che si moltiplicano magicamente le prospettive. Negli anni ho sperimentato l’uso
efficace di materiale audiovisivo selezionato, all’interno
del lavoro di gruppo per i suoi effetti straordinariamente
autocurativi.
C’è sempre tempo per avere
cura di sè, ma per iniziare occorre uscire da sè. C’è
sempre un pianoforte in bilico in cima a una scala che rischia
di scivolare giù e di schiantarsi a terra sicchè nessuno
potrà più suonarlo.
Dr
Antonio Bufano
psicoterapeuta
E’
esperto in Psicologia delle Dipendenze e Psicologia dello
Sviluppo.
Si
occupa da diversi anni di progettazione formativa in ambiti
scolastici
con particolare riferimento a interventi psicoeducazionali
mirati, ad attività laboratoriali finalizzati
all’inclusione e programmi di prevenzione ai comportamenti
di abuso da sostanze stupefacenti
e altri comportamenti compulsivi in età evolutiva.
Da
anni studia con passione le applicazioni a largo spettro
della ludicità e della creatività
in ambienti terapeutici, riabilitativi ed educativi, con
particolare riferimento alla mente adulta.
Ha
condotto con successo gruppi terapeutici
arteterapeuticamente orientati con la collaborazione di
artisti e mosaicisti. Crede fermamente nella rilevanza della
pittura, della scultura
e di altre forme artistiche nei processi curativi e
autocurativi. Organizza mostre d’arte su tematiche
sociali. Organizza eventi formativi su tematiche
emotivamente rilevanti con l’ausilio della musica e di
musicisti.
Da tempo sperimenta con entusiasmo la Cineterapia applicata
a gruppi, coppie e singoli
con particolare attenzione a gruppi con persone svantaggiate
come detenuti e tossicodipendenti. Recentemente è impegnato
nella formazione di psicoterapeuti
nelle prassi cineterapeutiche moderne.
E’
Psicologo, Psicoterapeuta e Ipnoterapeuta e pratica attività
clinica psicoterapeutica
con adulti, minori e coppie in forma individuale e di
gruppo.
E’ Psicologo presso il Centro
Riabilitativo Infantile Filippo Smaldone di Roma.
E’
Psicologo Responsabile dell’Accoglienza e della Formazione
presso il Centro di Prevenzione al Disagio psicosociale di Roma. Ha lavorato a
lungo presso la Fondazione
Villa Maraini di Roma.
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